Il Re Sole

La vita, le opere e come trascorreva la sua giornata a Versailles

Riassunto

Luigi XIV, il futuro Re Sole, nacque a San-Germain en Laye il 5 settembre 1638 e fu battezzato con i nomi di Louis Dieu-donnè.

Da ragazzo, appariva lento e poco sveglio, tanto da essere giudicato poco intelligente dai suoi precettori e anche dai familiari. Invece quella apparente lentezza celava un intelletto profondo e riflessivo che, a suo tempo, avrebbe dato prova delle proprie capacità.

Finché visse il cardinale Mazzarino, prima sotto la reggenza della madre, Anna d’Austria, e poi maggiorenne, il giovane Luigi si mantenne lontano dalle cose dello Stato, anche se seguiva con attenzione l’opera che il ministro svolgeva per rafforzare le basi della monarchia.

A quel tempo la Francia aveva bisogno soprattutto di un re che sapesse accentrare su di sé tutto il potere. Luigi XIV capì molto bene questo stato di cose, infatti è sua l’affermazione «Lo Stato sono io» e una delle sue prime dichiarazioni fu quella del 1661 a Corte, in cui dichiarò che da allora in poi nulla si sarebbe fatto in Francia senza il suo consenso e senza i suoi ordini diretti.

 

Le opere del Re Sole

Le sue opere più notevoli furono, all’interno, l’istituzione degli intendenti provinciali, l’abbassamento dell’autorità dei parlamenti, l’abolizione di fatto, degli stati generali, l’abolizione dei dazi, divenuti gravosi per il commercio, la protezione dell’ agricoltura, specialmente quella della produzione industriale. Prezioso collaboratore, in questo lavoro, fu il suo ministro Colbert, uomo molto preparato e abile. All’estero, appoggiandosi a una diplomazia ben organizzata, isolò la Spagna e invase le Fiandre nel 1667, alla morte di Filippo IV, suo suocero, ottenne, con la pace di Aquisgrana (2 aprile1668), il possesso di alcune città fiamminghe. Occupò Strasburgo nel 1681 e il Lussemburgo nel 1681. La sua opera fu  notevole più all’interno che all’esterno del paese, tuttavia, alla sua morte, avvenuta il 1° settembre 1715, egli lasciò, un esercito saldo e frontiere molto ben difese. Purtroppo la successione cadde in mani infantili e poco esperte.

Queste sono le notizie sulla vita del Re Sole, uno dei più grandi sovrani di Francia, vi raccontiamo ora, come è stata ricostruita, una sua giornata all’interno del  palazzo di Versailles, la splendida costruzione eretta secondo il suo volere e le sue direttive.

 

Come il Re Sole trascorreva la sua giornata a Versailles

Sono le otto del mattino, un servo attizza il fuoco nella camera dove dorme il Sovrano, i paggi aprono le finestre e portano via le vivande lasciate per la notte. Bontemps, il primo valletto, attende che suoni l’ora in cui il Re deve essere chiamato. Si avvicina al letto e dice: «Sire, l’ora è battuta». Poi va in anticamera ed annuncia che Sua Maestà si è svegliata. Si spalancano le imposte della camera ed il Delfino con i suoi figliuoli ed il duca di Chartres augurano al Re il buongiorno. Quindi il duca di Maine, il conte di Tolosa, il duca di Beauvillier, primo gentiluomo di camera, il duca di Rochefoucauld, gran maestro di guardaroba, ed altri ufficiali entrano portando le vesti regali. Sono ammessi anche il medico e il primo chirurgo. Bontemps prende un vaso dorato e versa spirito di vino sulle mani del Re, il duca di Beauvillier gli prepara l’acqua benedetta ed il Re si fa il segno della croce. Il Delfino ed il duca di Maine gli chiedono come ha passato la notte. Il Re recita una preghiera. Il Signor di San Quintin, pone innanzi al Sovrano alcune parrucche ed il re sceglie quella che vuole indossare.

Sua Maestà scende dal letto

Poi sua Maestà scende dal letto, mentre il duca di Beauvillier gli porge una ricca veste da camera.  Dopo averla indossata, il Re si siede su una sedia a braccioli davanti al camino e chiede la «première entrée». Un paggio introduce le persone che per diritto o per favore reale possono trovarsi presenti al «petit lever» ed entrano nobili, segretari e lettori di camera seguiti da Beran Breteuil, e dal soprintendente con il vasellame d’oro e d’argento. Il re chiede poi la «grande entrée». Entrano, annunciati da un piaggio, altri gentiluomini e quindi, senza essere annunciato, ma dopo aver bussato alla porta, entra il poeta Racine. Il Re si siede al tavolo per la colazione e invita Racine ad accomodarsi al suo fianco.

 

Re Sole Riassunto

 

Finita la colazione, il Re si veste aiutato da Beauvillier, dal Delfino e dal duca di Rochefoucauld, poi si inginocchia e recita le preghiere. Quindi passa allo studio dove riceve gli ambasciatori che, annunciati, entrano e fanno tre riverenze. Il Re si alza e saluta togliendosi il cappello. Ultimati i colloqui dice: «Al consiglio» e passa nel gabinetto. Siede ad un tavolo coperto di velluto verde, dà disposizioni per il suo programma della giornata e tratta con acume ed ingegno i problemi attuali dello Stato. Quindi esce e passando dà la parola d’ordine a gendarmi, dragoni e moschettieri.

 

Alle tredici  il pranzo è servito

Il Re siede a tavola, l’assaggiatore assaggia ogni vivanda e il gentiluomo di servizio serve Sua Maestà.

Alle ore 15, il Re fa visita a Madame de Maintenon nel cui salotto ascolta Racine leggere dei versi.

 

La cena è con tutta la corte e gli invitati

All’ora di cena, se prima non ci sono stati affari particolari o impegni di Stato, il Re va a tavola «au grand couvert», cioè a cena  con tutta la corte e gli invitati. Verso mezzanotte si appresta la camera e si dispongono sul tavolo dei piatti freddi. Bontemps chiude le imposte, spegne le candele e si corica nella stessa stanza del Re.

 

 

 

 

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