Riassunti di favole per i nostri bambini.
Questa raccolta di riassunti di alcune tra le più belle favole di Hans Christian Andersen è pensata per far sognare i più piccoli, trasportandoli in mondi magici dove l’avventura, la fantasia e le lezioni di vita si intrecciano. Perfetta per la buonanotte o per un momento di pausa, queste favole arricchiranno l’immaginazione dei bambini, regalando emozioni e insegnamenti che li accompagneranno nel loro cammino. Ogni storia, semplificata per essere letta ad alta voce, mantiene intatta la magia e il fascino delle celebri opere di Andersen, offrendo ai piccoli lettori un’occasione di crescita e riflessione.
Chi era Hans Christian Andersen.
Hans Christian nacque nel 1805 ad Odense, in Danimarca, il suo papà faceva il ciabattino, la sua mamma la lavandaia. Era un bimbo pieno di fantasia ed amava ascoltare la favole che gli raccontava la nonna. Imparò a leggere alla scuola dei poveri e immaginò commediole che egli stesso recitava, interpretando le parti di tutti i personaggi. Aveva costruito un teatrino, e siccome gli abiti per i personaggi li cuciva da sé, la mamma aveva pensato di fargli fare il sarto. E invece gli era stato riservato un altro destino: quello di diventare uno dei più grandi scrittori per l’infanzia di tutto il mondo. Prima di diventare tanto famoso da essere ricevuto con tanti onori persino dal re di Danimarca, egli subì tante dolorose esperienze: ecco perché le sue bellissime fiabe sono a volte un po’ tristi. Andersen morì nel 1875. Nella casa in qui nacque, ad Odense, si conservano libri, fotografe ed altri documenti che riguardano questo grande scrittore. Oltre a 156 fiabe, egli scrisse pure poesie, romanzi ed operette teatrali.
I riassunti da leggere:
– La principessa sul pisello
Un principe voleva prendere in moglie una vera principessa, ma è difficile distinguerne una vera da una che non lo è! una sera capitò nella reggia una bella fanciulla e dichiarò di essere una principessa. La madre del principe la mise alla prova: le fece preparare un bel letto con 20 materassi e venti piumini e, sotto il ventesimo materasso, nascose un pisello. Il mattino seguente la fanciulla si alzò di cattivo umore: – “ho dormito malissimo!” disse alla regina. “Nel letto c’era qualcosa di duro ed ora sono piena di lividi!” Solo una principessa poteva avere una pelle così delicata, e perciò il principe sposò la bella fanciulla.
– Il brutto Anatroccolo
Mamma Anatra non riusciva a capacitarsi perché, di tutta la sua nidiata, l’ultimo nato fosse così bruttino ed impacciato. Povero brutto Anatroccolo! I suoi fratelli si burlarono tanto di lui che un giorno egli fuggì. Passò l’inverno e un giorno Anatroccolo capitò in un laghetto dove tre cigni magnifici nuotavano silenziosamente. -Voglio stare con loro- pensò Anatroccolo, stanco di essere solo – anche se mi scherniranno perché sono brutto!- Ma ecco che, per la prima volta dopo tanto tempo, si specchiò nell’acqua e vide, con sua gran meraviglia, di essere diventato bello come le tre eleganti creature che aveva ammirato: fra le ova che mamma Anatra aveva covato, no non era suo ma era di un cigno!
-Pollicina
Una donna non aveva figli, ma una vecchia maga, che sapeva tutto su queste cose, le diede un chicco d’orzo perché lo seminasse. Dal chicco spuntò una piantina e dalla piantina un fiore: dentro c’era Pollicina una bimbetta non più alta di un pollice, ma tanto graziosa. Una notte venne un rospo e la rapì dal suo lettino voleva darla in moglie al suo figliolo! Fortunatamente, poco prima delle nozze, mentre Pollicina se ne stava seduta su una foglia dello stagno, alcuni pescatori ebbero pietà di lei: recisero il gambo della foglia e Pollicina navigò lungo il ruscello, lontana dal suo promesso sposo, una farfalla e un maggiolino le tennero compagnia per qualche tempo; pi quando venne l’inverno un buon topone l’accolse nella sua tana. Ed ecco che, per colmo di sventura, una talpa sonnacchiosa, vicina di casa, la chiese in sposa! Già la povera Pollicina stava preparando il corredo, quando venne a trovarla una cara amica: una rondine che, durante l’inverno, la bambina aveva salvato da morte sicura. La rondine prese Pollicina in groppa e volò, volò fino ai paesi caldi, e quando se ne andò per tornare in Danimarca, lasciò Pollicina finalmente felice: un principino che abitava in un bel fiore bianco si era innamorato di lei, e l’aveva sposata. E finalmente Pollicina fu felice.
-La piccina dei fiammiferi
Era una terribile sera d’inverno e nevicava. All’angolo di una strada, la piccola venditrice di fiammiferi era triste e infreddolita. Non aveva venduto neanche una scatoletta, perché nessun passante si era fermato e, per di più, aveva perso le babbucce. Pensava al babbo e si immaginava cosa egli avrebbe detto, vedendola tornare senza un soldo. – Resto ancora- decise la bimba- e per scaldarmi accenderò un fiammifero.- Per un fiammifero solo, il babbo non avrebbe detto nulla, e con un po’ di caldo avrebbe potuto rimanere un altro po’ e forse vendere qualche scatoletta. Nel buio la tremula fiammella era allegra a vedersi e pareva riscaldarla come una stufa accesa. Poi il fiammifero si spense: tornò il buio e con esso il freddo. La piccina esitò, poi ne accese un altro, poi un altro ancora, perché ogni fiamma che guizzava, le portava un bel sogno: ora vedeva una ricca tavola imbandita, ora una grossa oca arrosto, ora un albero di Natale carico di doni, tutti per lei. La notte passò e il mattino seguente i passanti la trovarono ancora lì, accoccolata in un angolo. Sul suo grembo giacevano tante scatolette vuote: il freddo era stato più forte del calore dei fiammiferi e la piccola fiammiferaia si era addormentata per sempre, sorridendo nel suo ultimo sogno alle cose meravigliose che aveva visto nella fiamma dell’ultimo fiammifero.