La sposa messa a nudo dai suoi stessi celibi di Marcel Duchamp
Il titolo originale dell’opera, La sposa messa a nudo dai suoi stessi celibi, è “Mariée mise â nu par ses célibataires, même”.
L’opera è nota anche come “Il Grande Vetro” (Le Grand Verre).
La pittura di Marcel Duchamp
La pittura di Marcel Duchamp (1887-1968), risentì l’influenza di Cézanne prima e in seguito quella dei Fauves. Intorno al 1912, l’artista si avvicinò all’esperienza cubista e in quel periodo, volendo rappresentare il movimento come sequenza di diverse posizioni, dipinse “Nudo che discende una scala”. Duchamp, come i dadaisti, risentì dell’assurdità delle convenzioni e dell’ eccesso di ipocrisia. A queste contrappose un’ironia a volte spietata, come quando espose un oggetto, l’orinatoio, intitolandolo «Fontana». Quindi, sotto un aspetto, egli si concentrò sull’oggetto singolo, stravolgendone il significato con un titolo beffardo, sotto un altro aspetto si orientò, come altri dadaisti, all’assemblaggio di oggetti, come nel caso di quest’opera, che sta a metà tra scultura e pittura.
La sposa messa a nudo dai suoi stessi celibi, la composizione
La composizione si divide in due settori: quello inferiore dei «celibi», rappresentati da sagome geometrizzanti. Da queste sagome parte un fluido che attraversa una serie di coni e termina in un mulino (si hanno bozzetti che portano a questa definizione) per macinare la cioccolata; nella parte superiore si trova la «sposa», elemento filiforme e irraggiungibile come un sogno.
Dopo l’iniziale sorpresa, per la trasparenza del supporto in vetro, l’opera dà un senso di solidità. Nonostante il supporto sia trasparente, il colore appare solo dal lato frontale. Gli artisti del rinascimento, avendo studiato la prospettiva da un unico punto, consideravano il piano del quadro come una finestra trasparente. Qui Duchamp fa sua ironicamente questa nozione, giungendo a conclusioni paradossali.
sotto: particolari, dell’opera di Duchamp «La sposa messa a nudo dai suoi stessi celibi»