Everest
Un sunto per gli studenti, una lettura adatta a tutti.
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Everest, tra caratteristiche, storia e leggende, diverse misurazioni, spedizioni.
Cosa dice la leggenda
Lungo le grandi vallate dell’Himalaya, alla base del monte Everest, c’è un monastero, il Rongbuk. È forse il monastero più alto del mondo, trovandosi a 5000 m. di altezza sul livello del mare. Qui, come in altri conventi tibetani, vivono i monaci adoratori della montagna. I monaci chiamano l’Everest Chomo Lungma, che significa Dea Madre del mondo.
Quando i primi alpinisti europei si recarono alla conquista della grande montagna, passarono da Rongbuk e lasciarono credere ai monaci di essere anche loro adoratori di vette, fu così che vennero a sapere della leggenda secondo cui, il re dei Supkas, fantastici abitatori della montagna, tormenta la Dea Madre, visitando spesso la cima. La cosa oltre che poco credibile sembra buffa, eppure anche alcuni alpinisti europei, dopo il fallimento di undici spedizioni furono tentati di credere alla leggenda. Questa leggenda trovò ancora più credito quando Mallory, un valoroso alpinista inglese, scomparve durante l’ultimo assalto alla vetta. I suoi compagni, rimasti a 7700 m. lo videro presso la piramide finale, poi una cortina di nebbia si levò togliendo ogni visuale e del valoroso alpinista non si seppe più niente. E ci fu appunto chi ipotizzò la possibilità di un incantesimo, certo è che la grande altitudine, con la mancanza di ossigeno, produce effetti disastrosi, sia sul fisico che sullo spirito umano, rallentando l’attività mentale e tormentando gli scalatori con allucinazioni.
Le caratteristiche:
L’Everest si trova sull’Himalaya, al confine tra Cina e Nepal, in una regione di monti giganteschi. Cominciò a chiamarsi con questo nome al 1825, quando il geometra di sir Andrew Waugh, ispettore britannico, scoprì che si trattava della cima più alta del mondo. Everest era il nome del predecessore di Waugh.
La forma dell’Everest assomiglia pressappoco a una piramide a tre versanti, i cui spigoli sono creste taglienti di ghiaccio. La montagna ha due percorsi principali di ascesa: la via per il Colle Sud e la cresta sud-est, e la via per il Colle Nord e la cresta nord-est.
Tentativi di scalata e di misurazione dell’Everest
Per più di un secolo, l’uomo tentò numerose scalate, senza riuscire a conquistare la vetta della selvaggia montagna.
L’Everest, come tutte le cime dell’Himalaya, è avvicinabile solo in alcuni periodi dell’anno, poiché da novembre a marzo è battuto da un vento freddissimo che investe a 150 km orari. Da maggio a ottobre si trova nella corrente del monsone, vento caldo umido che deposita sui suoi fianchi, una pesante coltre di neve fresca. Fu indovinando il variabile intervallo tra le due stagioni ventose, che una spedizione inglese riuscì a vincere la montagna nel 1953.
Fu difficile anche riuscire a misurare l’altezza dell’ Everest. La rifrazione atmosferica infatti, unita ad altri svariati fattori, faceva variare le indicazioni degli strumenti di misurazione, segnalando un’altezza oscillante tra gli 8836 e gli 8884 sul livello del mare.
Le ultime misurazioni
Una spedizione per nuove misurazioni è stata effettuata da esperti cinesi e nepalesi, a maggio del 2020, a dicembre dello stesso anno sono stati ufficializzati i risultati: Il monte Everest è alto 8848,86 metri.
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