Il fiume, come nasce
L’acqua piovana non ha sempre la stessa sorte: una parte di essa torna subito nell’atmosfera sotto forma di vapore acqueo; un’altra filtra nel terreno, fermandosi dove uno strato impermeabile le impedirà di scendere ancora, ed infine, la maggior parte, andrà ad alimentare i fiumi.
Osserviamo il dorso di una montagna dopo il temporale: l’acqua dilaga sui fianchi in mille rigagnoli che ben presto si riuniscono a formare un corso d’acqua. Nasce un torrentello che, scorrendo impetuosamente su fondo ripido e roccioso, lo erode, scavandosi il proprio letto e trascinando con sé ciottoli e detriti. La forza di questo torrente è tale che riesce a scavare persino valli profonde, che assumono la tipica forma a U.
L’acqua sembra voler appianare il terreno su cui scorre: le grandi cascate, per esempio, dopo un lavoro di millenni prodotto dall’acqua, perdono la loro precedente altezza, spesso diventano cateratte, come quelle famose del fiume Nilo; si tratta di una serie di leggeri dislivelli del terreno, su cui l’acqua scivola, senza saltare, come invece avviene nel caso delle cascate.
Giunta alla pianura, la velocità dell’acqua diminuisce perché il dislivello del terreno non è più così grande e il fiume, percorrendola, abbandonerà i ciottoli che finora ha trascinato con sé, e questi giaceranno sul letto, cioè sul fondo su cui scorre.
Il torrente è ora un fiume
Lo stadio della giovinezza del corso d’acqua è ormai trascorso, e comincia lo stadio della maturità: il torrente ora si chiama fiume, ha una portata e quindi una quantità d’acqua molto maggiore, ha un corso più lento e più costante. Non sempre sceglie un percorso rettilineo per giungere al mare, ma anzi corre spesso in modo tortuoso, formando i cosiddetti meandri. Talvolta, nel corso degli anni, modifica il suo corso e, in questi casi, dove prima scorreva il fiume, si formano le paludi.
Il fiume giunge al mare
Finalmente il fiume giunge al mare: la sua foce può essere a delta o ad estuario. Nel primo caso, il suo corso si ramifica, e l’acqua giunge al mare attraverso tanti canali, facendosi largo tra i detriti che il fiume ha trascinato fino lì; nel secondo caso, invece, la massa delle acque giunge al mare con tanta violenza, ed il mare a sua volta ha alte maree così forti, che la foce resta sgombra da detriti.
I fiumi sono indispensabili alla vita vegetale e animale.
L’importanza dei corsi d’acqua è grandissima. Infatti i fiumi sono indispensabili alla vita vegetale ed animale, permettono un’ abbondante irrigazione rendendo fertile la terra e, inoltre sono fonte di ricchezza perché offrono la possibilità di sfruttamento dell’acqua come energia elettrica. Nei paesi maggiormente ricchi di acqua la densità della popolazione è maggiore e su alcuni fiumi dal corso costante e piano è possibile anche la navigazione, esercitata attivamente, ad esempio sui maggiori fiumi dell’Europa del Nord.