Van Gogh-Peschi in fiore
Nel 1888, probabilmente alla ricerca della luce e dei colori che aveva ammirato nelle stampe giapponesi, Van Gogh si trasferì ad Arles, nel sud della Francia e lì, l’anno seguente, dipinse questo quadro: «Peschi in fiore».
Questo dipinto è uno dei sei studi sulla primavera eseguiti dall’artista nel 1889, periodo in cui ebbe spesso a lamentarsi col fratello delle difficoltà che doveva affrontare nel dipingere la breve stagione della fioritura. A differenza di Gauguin, Van Gogh non usò per le sue opere immaginare i soggetti, ma preferì ispirarsi dal vero.
Analisi del dipinto:
In questo paesaggio, il colore dei fiori è stato dato su una tinta già asciutta, per questo motivo si pensa che l’opera sia una rielaborazione di ricordi, del periodo trascorso dall’artista a Saint Rémy. Come nella tecnica impressionistica, il colore ha quasi sempre un’aggiunta di bianco. Lo strato di tinta è opaco e coprente. La pennellata segue le trame e le forme dei soggetti, ed è molto descrittiva. La densità dell’impasto di colore mette in risalto la materia del quadro ma l’attenzione dell’artista è volta a rendere l’idea di spazio e di profondità. Il dipinto nel suo insieme è luminoso e brillante con alcune tonalità più smorzate, che sembra presagiscano le opere successive.
La tela
La tela usata da Van Gogh per « Peschi in Fiore» è di poco prezzo ed è coperta da un leggero strato di colore avorio, che lascia intravedere la grossa trama della stoffa, maggiormente dove la tinta è meno densa.
Van Gogh-Peschi in fiore-descrizione di alcuni particolari dell’opera

Nelle immagini possiamo notare come Van Gogh ha reso l’effetto della lontananza (part. 1) usando per i secondi e gli ultimi piani pennellate man mano più piccole e più fuse rispetto a quelle usate per il primo piano, che sono più corpose e separate fra di loro. I colori usati sono sempre coprenti.

L’effetto arioso è dato dalle pennellate verdi o viola sullo strato di terra di Siena ancora fresco (part. 2). Per queste tinte, è stato probabilmente usato un pennello morbido, infatti si sono fuse molto poco con lo sfondo, conservando la loro forza. Per la recinzione, i tocchi di giallo chiaro e viola, sono stati passati su colore abbastanza asciutto. Il sottile strato di tinta chiara ed opaca è stato lasciato asciugare, prima di passarvi sopra pennellate orizzontali di colore più saturo e brillante: queste macchie fanno del cielo un elemento più vicino alla tecnica puntinista, ma in ogni caso, in grado di dare molta ariosità al quadro.
Per la pittura del cielo e del primissimo piano, la pennellata è meno descrittiva, più simile ad un tocco divisionista. I colpi di colore sono larghi e distanziati e la direzione verso cui sono stati dati, è orizzontale nel cielo e diagonale sulla strada; ha lo scopo di caratterizzare le due superfici.
Il cielo
Il cielo, dipinto con tinte leggere (bianco con una punta di blu nella parte alta e grigio rosato verso l’orizzonte) è l’unica zona dove è possibile scorgere la tinta dell’imprimitura. Sul primo strato, sono state date brevi pennellate orizzontali di blu freddo e verde chiaro.

In Italia sono esposte nelle collezioni pubbliche tre opere di Vincent Van Gogh:
le “Donne Bretoni”, alla Galleria d’Arte Moderna di Milano;
“l’Arlesiana” e il “Giardiniere” alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.