Toulouse Lautrec, analisi delle Opere:
-La cena têtê a têtê
-Marcelle Lender danza il bolero in «Chilpéric».
Henri Marie Raymond de Toulouse Lautrec (1864-1901) nacque ad Albi da una delle più antiche famiglie di Francia. Dopo i primi studi, aprì un proprio studio pittorico e, libero da influenze, sviluppò un suo stile, basato su un senso dello spazio condotto per linee diagonali e curve e su una caratterizzazione dei personaggi rasente la caricatura. I soggetti delle opere di Toulouse-Lautrec fanno spesso parte del mondo della vita notturna. Nel primo quadro qui riprodotto, La cena têtê a têtê, egli rappresenta una mondana dell’epoca a cena nel séparé di un ristorante.
1-La cena têtê a têtê di Toulouse Lautrec
Analisi formale dell’opera:
La luce
Non si individua un’origine precisa della luce che inonda la scena di La cena têtê a têtê : a giudicare dall’ombra sulla fronte della donna dovrebbe provenire da un punto in alto a destra ma né questa figura né quella dell’uomo accanto a lei, proiettano ombre alle spalle. Quindi la luce cade dove è necessario, per caratterizzare l’ immagine.
L’inquadratura
L’inquadratura è anch’essa particolare: stando alle linee della tavola e del séparé, il punto di vista dovrebbe essere situato in alto ma, il volto della donna, elemento significativo, appare come visto dal basso. Diversi quindi gli elementi del quadro che si contraddicono, ma l’immagine deve proprio a questo la particolare espressività e il dinamismo.
La pennellata
La pennellata è molto vivace, anche perché Toulouse-Lautrec usava diluire il colore con trementina: questa tecnica diminuisce la percentuale di olio contenuta nel colore, che diventa più magro, semitrasparente, un colore molto adatto al tocco mosso istintivo di quest’ artista.
Le tinte sono fuse o stese in larghe campiture, a volte usate anche come segni di pastelli che rivelano ora una luce ora un’ ombra. Questi segni rivelano la propensione dell’artista per una definizione grafica dell’immagine.
Tecnica e stile
Con un senso di immediatezza, la scena sembra riflettere l’ allegria ma anche la superficialità dell’ambiente che rappresenta.
Il nero della giacca dell’uomo e il rosso del séparé servono a definire la figura della donna. La strana inclinazione della fruttiera in basso a sinistra aiuta a capire la posizione della donna: la linea prospettica su cui è sviluppata la scena appare curva e va dalle luci sulla frutta alla metà inferiore del volto della donna fino al volto dell’uomo. Contrasta con le linee definite del bordo del tavolo e del séparé.
particolare 1 : lo strato di colore sulla tavola e le stoviglie è molto sottile, il rapido essiccamento dovuto all’ evaporazione della trementina permette ritocchi veloci aggiungendo strati sottili e accenti. Così è per il verde che dà corpo ai riflessi sul bicchiere.
particolare 2: sui capelli biondi della donna sono state date pennellate di verde chiaro fuse a metà col colore sottostante, questo contribuisce a rendere la donna più appariscente. Il rosso caldo dell’ombra richiama quello del fondo.
2-Marcelle Lender danza il bolero in «Chilpéric»
Toulouse Lautrec
Lo stile
Gli incidenti subiti da adolescente, avevano reso Toulouse Lautrec completamente deforme. Egli però reagiva ai problemi di salute con energia, ironizzando sulle menomazioni. Il suo disegno, giudicato «un orrore» da Bonnat, tende al caricaturale, ma è una caricatura che va a fondo, a cogliere l’essenza della società circostante. Toulouse Lautrec era assiduo frequentatore dei teatri e dei locali equivoci della Parigi dell’epoca. Con il suo tratto rapido ed efficace e il suo colore trasparente, ritrasse immagini indimenticabili di ballerine, mondane, viveurs, caratterizzando le figure e inserendole in uno spazio diverso dalla prospettiva classica. Verso il 1890 iniziò la sua produzione di litografie, si trattava di manifesti per opere teatrali, spettacoli di ballo o prodotti commerciali: queste sue litografie spiccarono subito come opere d’arte in confronto ad altri manifesti. La tecnica litografica sembra fatta apposta per questo pittore che non dimentica la sua prima passione per il disegno.
L’ opera qui riprodotta: Marcelle Lender danza il bolero in «Chilpéric» risale probabilmente al 1897. La scena, che sembra eseguita di getto, è in realtà accuratamente studiata. La figura in primo piano, basata su diagonali, dà ritmo all’ opera. Sul volto della donna sono messi in luce i segni della fatica.