L’arte come forma di protesta

L’arte è spesso stata usata per celebrare le gesta dei potenti e per divulgare e descrivere fedi e ideologie. Non di rado è stata un mezzo per criticare istituzioni e costumi, portando testimonianza di impegno politico e morale.

Esempi di opere come critica verso istituzioni e costumi

Esempio classico della protesta contro la guerra è il celebre “Guernica” di Pablo Picasso. Con i moduli cubisti, l’artista descrisse l’orrore per il bombardamento della cittadina spagnola da parte degli aerei tedeschi.

Altrettanto conosciuti sono i grandi murales di Orozco, di Siqueiros, di Rivera, che insieme all’amore verso i contadini messicani, espressero protesta contro l’ingiustizia sociale e contro la tirannia e il totalitarismo in generale.

Altri esempi:

ricordiamo le figure di Otto Dix e di George Grosz, che misero in ridicolo le assurdità della società tedesca, ad inizio secolo. I dipinti di Goya,  simbolo della perenne condanna alle barbarie della guerra. Le scene dipinte dal pittore olandese Hieronymus Bosh, che prese di mira i vizi del suo tempo.

Molte opere di Hieronymus Bosh si trovano in Spagna, al Museo del Prado  e al Monastero dell’ Escorial)

 

arte, artisti impegnati nella politica e nel sociale

 

Guernica di Pablo Picasso

La scomposizione cubista ben si presta a rappresentare la distruzione, la rabbia e il terrore. L’opera è tutta su toni grigi, neri e bianchi, le schegge di luce rappresentano le schegge mortali.

 

arte come forma di protesta

 

 

Le fucilazioni del 3 maggio, di Francisco Goya

Durante la repressione delle rivolte degli spagnoli contro i dominio napoleonico, Goya si recò di notte nel luogo in cui  giacevano i corpi dei fucilati e alla domanda del suo accompagnatore sul perché volesse ritrarre quella barbarie, rispose: «per insegnare agli uomini a non essere più barbari».

 

arte come forma di protesta

 

Passion of Sacco e Vanzetti di Ben Shahn (particolare)

Insieme ad artisti statunitensi, Ben Shahn si dedicò all’arte come critica verso istituzioni e costumi del paese in cui viveva. Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti erano due anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti, erano stati accusati di omicidio e nonostante le prove inconsistenti, condannati  a morte da un tribunale condizionato dalle loro idee politiche. L’ esecuzione suscitò un  appassionato dibattito, che divise l’America. Nella sua opera, Shahn più che l’ingiusta sentenza sembra prendere di mira l’ipocrisia dell’autorità, i cui rappresentanti con in mano un fiore simbolo del martirio, si mostrano addolorati accanto alle bare dei giustiziati.

 

(Immagini: “Guernica” di Pablo Picasso, Le fucilazioni del 3 maggio di Goya, Passion of Sacco e Vanzetti di Ben Shahn).

 

 

 

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